In memoria di Ugo Botti (1941 – 2020)

Oggi è un giorno mesto.
Un giorno di lutto per tutta la famiglia rotariana.
Il nostro mentore, il nostro amico Ugo Botti ci ha lasciati.
E lascia dentro di noi un vuoto incolmabile.
E’ stato per noi un esempio di rettitudine,
di carisma, di adesione ai valori rotariani.

Il nostro, il “suo” Club, deve ad Ugo la propria esistenza:
nel suo nome continuerà l’impegno nel servizio
al di sopra del proprio interesse personale.

Scrivo queste righe ancora turbato dalla funesta notizia,
riservandomi un più esteso ricordo di Ugo nel giorno delle esequie.

Andrea Mora
Charter President – Rotaract Club Città di Clusone

 

 

 

 

“Credevo di portare qualcosa alla Valle che amavo, ho ricevuto cento volte più”.

Non è facile tratteggiare la figura di Ugo Botti (11.XII.1941 – 3.III.2020), soprattutto ora che tanti ricordi e tante emozioni si addensano. Tra tutti gli aggettivi, forse uno lo descrive in modo profondo: “egregio”. È questa la qualità chi spicca tra gli altri per singolari pregi, di chi, come indica l’etimologia, emerge dal gregge. Ugo era un galantuomo la cui alta statura morale, professionale e fisica unita alla generosa affabilità, alla palpitante umanità e ai modi posati ne faceva per tutti, ma soprattutto per i giovani, un amico, un conforto, un esempio. Doti che possono essere riassunte con la parola “leadership”, sì cara a chi porta al bavero la spilla dentata.
Spilla che Ugo portava (e porta anche nell’ultimo viaggio, insieme al S. Rosario stretto tra le mani ampie, calde e operose) con orgoglio, non perché fosse vista dagli altri, ma per ricordare a se stesso ogni giorno cosa significasse l’impegno ad essere rotariano: “un modo di vivere secondo alti principî”. Ugo è stato il mio mentore. Ho ricevuto l’alto privilegio di ricevere dalle sue mani la spilla da Presidente Fondatore di questo suo Club, e ne ho avuto uno ancor più elevato: appuntare all’occhiello della sua giacca la spilla da Socio Onorario. La prima che ho consegnato nella mia carriera rotaractiana.
Vi sono molti aneddoti che potrebbero essere raccontati circa le circostanze che hanno portato alla nascita del Rotaract Città di Clusone, e più ancora riguardo il mio personale, familiare, pacato rapporto con Ugo. Ritengo tuttavia che sia più efficace riassaporare le parole stesse che Ugo ci ha lasciate durante la cerimonia di consegna della Charta costitutiva, il 20 aprile 2018.
 

“Avevo un sogno e si è realizzato”.

“Per me questa è una serata particolare. Avevo un sogno e si è realizzato. Il mio sogno era portare il Rotary e il Rotaract quali entità uniche nella Valle. Credevo di portare qualcosa alla Valle che amavo, e ho ricevuto cento volte di più.
Questo mi commuove e mi rende molto felice, e la dimostrazione lo siete voi tutti. Io amo questa valle perché ho le radici materne a pochi chilometri da qui: i miei avi, mia nonna, mia mamma, mio papà sono qui, poco lontano. D’estate venivo, da ragazzo, nella casa dei miei nonni, e dopo le corse nel brolo andavo nel Borlezza a raccogliere i gamberi sotto ai sassi; con mio papà facevo le traversate del Formico fino al trenino della Val Seriana, che pochi di voi forse hanno visto. Quando ho fatto l’Assistente del Governatore ho pensato: «e ora cosa posso fare? Voglio andare a portare il Rotary lassù, in Valle».
A dir la verità il primo con cui ne ho parlato è Venanzio Poloni. Per fortuna con me c’era Paolo Fiorani, che conoscevo bene. Paolo è un Ufficiale di Marina: l’amicizia ci lega alla Marina. [Ugo Botti porta il nome del fratello di suo padre, il Capitano di corvetta Ugo Botti (Venezia, 20.VII.1903 – Acque di Orano, 17.VI.1940), comandante del sommergibile “Andrea Provana” e decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare]. Con lui sono andato fortissimo. Non so se ricordi, Paolo, quel pomeriggio in cui noi due, Antonio Gonella e Marilena Giudici eravamo in quel giardino a prendere un po’ di sole e un aperitivo [Paolo Fiorani: “Il 5 aprile di due anni fa”] e ci chiedevamo: «riusciremo a fare qualcosa?». Io ho detto: «certo che facciamo qualcosa, guai a fermarsi». E infatti il Rotary è nato, grazie anche ad Ettore Roche, il mio sostegno. Il Club funzione a meraviglia, è uno dei più belli che ci siano. Sono molto affezionato ai soci, ho trovato tanti amici e ogni volta che vengo sono felice.
 

“Ciò che mi ha animato non è il piacere di costituire un Rotary o un Rotaract, ma il dare qualcosa alla Valle, perché i giovani possano esprimersi e trovare un nuovo stile di vita”.

E poi ho voluto fare il Rotaract, perché non può esserci un Rotary senza Rotaract. Per quello che avete sentito, i giovani hanno bisogno di essere spinti, di trovare un appoggio per realizzare qualcosa. Ciò che mi ha animato non è il piacere di costituire un Rotary o un Rotaract, ma il dare qualcosa alla Valle, perché i giovani possano esprimersi e trovare un nuovo stile di vita. E qui devo ringraziare Veronica, che mi ha aiutato e consigliato nella scelta del presidente. Veronica c’era all’inaugurazione del Rotary Clusone, quando siamo andati a presentarci all’Istituto Fantoni, quando il Governatore ha firmato i moduli di certificazione e c’è stasera. È lei che mi ha spinto a trovare un presidente che meglio di Andrea non si poteva trovare. Ti ho curato, Andrea, in questo periodo, ti ho conosciuto bene e abbiamo scambiato tanti pareri, pensate che ieri sera alle 23 eravamo ancora al telefono! È grande Andrea, è grande e farà con voi tante cose.
Vi invidio un po’, perché, come diceva Paul Harris “Il Rotary è uno stile di vita”, è un modo di vivere secondo alti principî. Vi invidio un po’ perché penso che diventare rotariani così giovani vi porterà ad assimilare questo stile di vita che, portato avanti negli anni, contribuirà a cambiare il mondo. Faccio un passo indietro: c’è un libro scritto da Richard Llewellyn, si intitola “Com’era verde la mia valle”, vi fecero anche un film diretto da John Ford, che vinse cinque premi Oscar. La storia racconta di un minatore che, lasciando la città dove è sempre vissuto, ricorda come la costruzione delle miniere abbia cambiato l’idilliaco paesaggio della sua giovinezza. Io leggendolo a suo tempo mi immedesimavo e vivevo il libro nella Valle Seriana chiedendomi cosa potessi fare per la terra dei miei avi. È cominciato così, ma ripeto, avete più dato voi a me che io a voi.
Siete fortunati perché potete veramente contribuire a cambiare il mondo. Questa nostra valle è verde, e ora è ancora più bella perché è impreziosita dal Rotary e dal Rotaract”.
 

“Questa nostra valle è verde, e ora è ancora più bella perché è impreziosita dal Rotary e dal Rotaract”.

Caro Ugo, ricordo bene quando ragionammo su cosa fosse lo “spirito rotariano”, su cosa significasse essere leader, sulle responsabilità che l’essere parte di questo Sodalizio comporta, sulla necessità di essere un esempio, di essere fonte d’ispirazione per il prossimo. Ora i gravi versi del Foscolo mi indicano come, da oggi, procederà il nostro dialogo: “A egregie cose il forte animo accendono/ l’urne de’ forti”.
 
 
In die funeris. Tuo,
Andrea Mora
6 marzo 2020
 
 
 

Pubblicato da Rotaract Club Città di Clusone su Venerdì 6 marzo 2020