Abbiamo voluto presentare in anteprima al Club quanto fatto finora sul progetto che tra di noi chiamiamo il “Progetto Cassinelli“. Perché il progetto, quando lo abbiamo presentato al bando della Fondazione della Comunità Bergamasca, era chiamato “Segnaletica in Braille Prealpi orobiche” ed era vago e generico.
Abbiamo creato anche un logo che rappresenta due persone, entrambe con il bastone da cieco, che camminano per raggiungere la Baita Cassinelli che oggi è diventata il rifugio Medici.
Il cambio del nome l’ha deciso l’Amministrazione Comunale di Castione della Presolana, rendendo omaggio a Carlo Medici, pioniere delle montagne bergamasche che il 3 ottobre 1870 raggiunse la cima della Presolana per la prima volta.
Una sfida non da poco quella alla Presolana.
Le leggende narravano, infatti, che sulle sue rocce albergassero gli spiriti dei guerrieri Alani, sconfitti dai romani in questi luoghi nel 463 dopo Cristo.
Con Medici, in quell’epica scalata, c’erano Antonio Curò e Federico Frizzoni.
Ma parlavamo del logo dei due ciechi, senza accompagnatore, perché strada facendo nel progetto abbiamo deciso non soltanto di dotare di segnaletica il sentiero, ma di renderlo idoneo e percorribile anche da ciechi.
Oggi è un sentiero ruvido, con un fondo molto irregolare, irto di radici, sassi, con alberi che sono cresciuti in mezzo al sentiero, e questo perché lo stesso è formato dai passi delle persone che lo percorrono, e a volte gli ostacoli sono aggirati nei due diversi lati formando due tracce distinte.
Federico Zonca, questa sera nostro ospite, ma partner del gruppo di progetto, lo ha percorso già almeno due volte, con la moglie che lo accompagnava e con il cane, ma Federico è particolare, uomo forte e coraggioso che vuole osare dove può.
L’idea è quindi andata avanti così, anche se nel corso della serata c’è stato un lieve cambiamento di pensiero decisamente migliorativo.
Allora abbiamo raccontato com’è nata l’idea nel maggio del 2017 che è stata riassunta da Paolo Valoti, Presidente del CAI di Bergamo, che ne è stato l’animatore.
Già oggi la “Montagna per tutti” non è più una illusione, ma comincia ad essere una realtà con il Rifugio Alpe Corte che è già da qualche anno privo di barriere anche se la strada che lo raggiunge è ancora difficile da percorre per le persone che hanno difficoltà.
Anche per il Rifugio Cassinelli c’è un progetto di eliminazione delle barriere per renderlo idoneo anche a portatori di disabilità motoria e quindi, ecco la idea di Federico di cui dicevamo prima, collegare Rifugio con sentiero per ottenere un insieme che sia percorribile/agibile a tutte le abilità.
Ecco che quando Alberto Barzanò racconta cosa si è già fatto in Europa spunta una valle austriaca, la Kaunertal, che ha sviluppato per più di trent’anni iniziative di rimozione delle barriere.
Oggi la stessa valle può ospitare persone con problemi di mobilità, persone costrette in sedia a rotelle, famiglie con bambini e passeggini.
Ha ascensori senza ostacoli e automobili idonee all’imbarco di sedie a rotelle.
Coloro che lavorano nella valle hanno ricevuto un training e hanno esperienza pluriennale nell’aver cura delle persone con disabilità.
I turisti con disabilità possono visitare il famoso ghiacciaio della Kaunertal e il Parco Naturale Kaunergrat.
The valley has hosted several barrier free holiday initiatives for more than 30 years.
The valley can host mobility impaired persons, wheelchair users, and families, which have young children and strollers.
It offers barrier-free lifts and cars and wheelchair accessible facilities.
The staff is highly trained and has vast experience in caring for persons with disabilities.
Tourists with disabilities can visit the famous Kaunertal glacier and the Kaunergrat Nature Park.
Non è questo che noi oggi stiamo cercando, ma è senza dubbio un benchmark, un punto di riferimento che non possiamo certo ignorare.
Le persone con diverse abilità non devono essere ignorate dalle persone normo dotate obbligandole, se possono, a muoversi in un mondo fatto per loro, ma bisogna modificare il nostro mondo per renderlo agibile anche ai diversamente abili.
Barrier free appunto.
È un segno di interesse sociale che ha persino un ritorno economico.
Ma tornando alla serata dopo Federico è il turno di Guido Pinto che ci racconta il risultato delle acquisizioni in laser-scan del sentiero.
Il lavoro fu fatto il 12 e il 23 di novembre 2017 scandendo il sentiero e il territorio circostante con quella macchina che il collaboratore di Guido sta posizionando sulla sua base.
L’acquisizione dura due minuti raccogliendo 2 milioni di punti al secondo che coprono una semisfera di circa 40 metri di diametro.
Quindi posizionamento della macchina, acquisizione, riposizionamento della base che deve essere messa a bolla attraverso un sistema elettronico inserito, e nuovo posizizionamento.
Circa cinque minuti per fare una trentina di metri.
E così ci sono volute due mezze giornate, ma alla fine sono risultate disponibili delle immagini elettroniche di precisione che forniscono tutti i dettagli della zona scandita, compreso i visitatori che come me si attardano a guardarne il funzionamento.
Questa è un’immagine (fortemente ridimensionata) statica risultante da questo lavoro, ma Guido ci ha presentato tutte le informazioni che si possono ottenere, tutte molto utili per fare le quantificazioni necessarie a fare i computi necessari.
Dopo Guido giunge il momento di Pierangelo che ha svolto il lavoro di progetto.
La sua esposizione è ricca di dati, di immagini e di precisazioni.
Ci spiega cosa ha previsto per lo stato del sentiero, fondo, larghezza, pendenza, per il battibastone che potrà essere di tre materiali diversi per generare suoni diversi, di quello che ha previsto per i punti di sosta che saranno tre e tutti attrezzati in maniera da essere interessanti.
Nella foto si vede un momento della sua spiegazione e si può vedere quanto lavoro c’è dietro quelle slides.
La sua conclusione è che il budget per questo lavoro supererà i 100.000€ avendo fatto lui una analisi di dettaglio di tutti i costi.
Per noi non è certamente una sorpresa, sappiamo che oggi il nostro impegno è di 40.000€ e che disponiamo di poco meno di 30.000€, ma certamente vorremmo portare a termine il progetto come lo abbiamo pensato senza lasciarlo monco.
Ed ecco quindi tre possibili interventi.
Il primo, da una informazione precedente alla serata, è che la Fondazione della Comunità Bergamasca ha un nuovo bando per la montagna da 20.000€ (la metà del nostro) e che il CAI di Castione parteciperà al bando.
Pierangelo estrapolerà una fornitura, per esempio il battibastone, in maniera che il nostro budget decrescerà di conseguenza a 80.000€.
Il secondo intervento possibile viene dal Rotaract.
Per il giorno della terra del 22 aprile 2018 in cui ogni club fa un’attività e visto che si tratta di un progetto molto grande che coinvolge club in molti stati, come Portogallo, Egitto, Spagna, Argentina, Brasile, Venezuela, Germania, e altri, i nostri ragazzi hanno proposto un progetto a livello distrettuale, e hanno pensato di organizzare una raccolta fondi a livello dei vari club per contribuire alla segnaletica braille sul sentiero dei Cassinelli per trasmettere il messaggio che tutti dovrebbero avere la possibilità di poter godere delle meraviglie che circondano.
È ancora un progetto in itinere, ma è stato portato al Distretto Rotaract e andrà avanti.
Grandi!
Il terzo intervento è quello del Presidente della Comunità Montana Danilo Cominelli.
Ricorda il nostro primo incontro il 6 ottobre del 2016 quando partecipò alla nostra consegna della Carta costitutiva e ci fa i complimenti per questo progetto.
Tra le cose che dice c’è anche la possibilità che il GAL della Valle Seriana e dei Laghi bergamaschi, che ha 24 soci tra cui la Comunità Montana Valle Seriana, potrebbe essere una fonte di aiuto al progetto sotto una qualche forma di finanziamento.
Cosa che ha riscosso un applauso a cui certamente il Presidente Cominelli darà seguito.
Rotary International
Per concludere torniamo in casa nostra, nel Rotary International.
Alberto Barzanò, Past President del Rotary Club Bergamo Ovest, club nostro padrino da cui provengono Ugo e Paolo, è Presidente della Sottocommissione Global Grant della Commissione Distrettuale Rotary Foundation.
Questa Sottocommisione, tra l’altro, si occupa di valutare le richieste di cofinanziamento avanzate dai Club per i progetti che intendono proporre sia nella forma Global Grant sia nella forma di Grant Distrettuali.
La differenza tra i due tipi di finanziamento è notevole sia come cifre ammissibili, sia come periodo di presentazione della domanda e esecuzione del progetto finanziato, sia come necessità o meno di un partner internazionale.
Alberto ci dice che il nostro progetto può rientrare tra i Global Grant perché abbiamo un partner internazionale, possiamo rientrare nell’area di intervento “Prevenzione e cura delle malattie” attraverso una procedura abbastanza complicata che richiede l’intervento di un Terapista occupazionale che questa sera è presente nella persona della dottoressa Renata Canova che ringraziamo ancora per essere disponibile ad esaminare quali possano essere i suoi compiti.
Il finanziamento con un Global Grant richiede un partner internazionale che deve partecipare con un importante finanziamento, ma che alla fine può generare fino a 30.000USD partendo da 6.000USD per ciascuno dei due Club, il partner internazionale e il quello ospitante.
La seconda possibilità è di usare una sovvenzione distrettuale che dovrà essere richiesta entro il 15 luglio 2018 e dovrà essere necessariamente completata e rendicontata entro maggio del 2019.
La serata è stata avvincente e il tempo è trascorso rapidamente e altrettanto velocemente è andato oltre l’orario accettabile di fine serata.
E così con le orecchie ancora ronzanti numeri, dollari e euro, metri di lunghezza e dislivelli è giunto il rintocco della campana a por fine al nostro argomentare.
Ma non è finita qui, riprenderemo il discorso, anzi lo ricominceremo, il 19 maggio 2018 al Palamonti, non mancate.