L’idea è nata quasi per caso: fare una sfilata di capi di maglieria di alta qualità è difficile e per questo raro. Occorrono i capi, le modelle, le luci, un passaggio a mo’ di passerella, un po’ di buona musica e molta, molta buona volontà. Grazie a Mirella de Mori, moglie del nostro socio Pierangelo, l’idea si è discussa, preparata ed è diventata realtà.
Dobbiamo essere grati a Mirella perché l’organizzazione della sfilata con le modelle, i fotografi, le luci, la musica e tutto quello che serve è stata un’opera veramente impegnativa, ma per noi è stato un graditissimo diversivo che ci ha fatto vedere dei bellissimi capi portandoci un po’ della magia naturale di una sfilata.
Ma chi è Mirella de Mori?
Ve lo raccontiamo prendendo a prestito un articolo apparso un po’ di tempo fa sulle pagine dell’Eco di Bergamo:
Il mondo della moda: Krizia, Aspesi e anche i marchi più famosi del cashmere bergamasco. La moda italiana faceva le sue maglie a Songavazzo. Proprio perché De Mori è un maglificio specializzato in questa lana così pregiata: “Dal filo alla spedizione del capo finito, con lavorazioni all’avanguardia, con tutte le finezze e tutti i punti”.
Una specializzazione che vede ora vari dipendenti e la collaborazione di artigiani del territorio per le finiture e i dettagli più particolari.
“Ci siamo specializzati nel cashmere e questo è il nostro valore aggiunto, pur lavorando tutte le fibre naturali” dice Mirella che ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti: “Il settore della lana ha risentito anch’esso della crisi, ma lavorare per conto terzi richiede capacità eccellenti che permettono di primeggiare in lavorazioni ancora manuali”.
E la fatica si accompagna alla tenacia: “Perché abbiamo conoscenza e tecnologia, abbiamo artigianalità e idee: da qui una linea interna che è nata da poco ed è già on line!” dice Mirella. Un’etichetta che prende il suo nome, Mirella De Mori: “Perché è il mio sogno ed è quello di tutto il mio staff: siamo un team di donne e dentro questa lana c’è il più grande grazie a mia madre, che ora non può più lavorare ma che segue con attenzione il mio progetto da casa».
Liberamente tratto da un articolo di
Fabiana Tinaglia su l’Eco di Bergamo.
Inutile dire che noi eravamo ammirati e guardavamo con interesse (e anche un po’ di sorpresa) le modelle a loro agio nel piroettare tra i tavoli per meglio far vedere il capo indossato.
Certo, la sala da pranzo di un ristorante non è il luogo naturale per un evento come questo, però devo dire che nessuno si è lamentato, anzi tutti abbiamo calorosamente applaudito Mirella, le sue ragazze e gli operatori di scena.
Grazie davvero Mirella!